Cosa si è disposti a non fare pur di vedere realizzati i propri più segreti desideri senza muovere un dito? Come quel giovane che chiese agli Dei di poter diventare ricco: questo il suo unico sogno. Bene, il Genio uscito dal vaso cinese che ornava la consolle posta all'ingresso di casa sua - un vaso anonimo a cui il ragazzo non aveva mai prestato attenzione -, sentendo il pianto dirotto della povera creatura, mosso non da pietà ma dalla satanica prospettiva di un baratto iniquo, volle accontentarlo. Partirono i suoi genitori per il Sol Levante, la mattina di un torrido agosto, l'anno delle loro nozze d'argento. Avevano un lavoro modesto e il ragazzo non poteva certo immaginare che negli anni, centesimo dopo centesimo, fatica su fatica, goccia su goccia di sudore, avevano messo su un patrimonio immenso. Sentiva - ma forse era solo un suo patimento interiore, non riscontrato dalla realtà dei fatti - di avere meno possibilità degli altri e pensava ingenuamente che, diventando ricco, avrebbe avuto il rispetto e la considerazione che non gli erano stati tributati fino a quel momento. Essi partirono ma una sciagura tremenda volle che l'aereo su cui si imbarcarono cadesse nelle acque del Pacifico e che nessuno si salvasse. Quale orrendo presentimento ebbe il ragazzo quando, leggendo il giornale, apprese del disastro; quante ore di terribile ansia durante la conta dei morti! Non poteva essere che i suoi avessero perso l'aereo? O che l'aereo su cui si erano imbarcati fosse un altro, non la Fenice abbattutasi nell'oceano, laddove il fuoco e l'acqua trovarono triste connubio? Le notizie che seguirono, ahi lui, fugarono ogni suo residuo dubbio. Avevano spiegato le ali verso il Sol Levante e ne caddero come Fetonte. Le lacrime copiose, la disperazione più nera, lo sconforto, il lucido desiderio di suicidarsi per questo ennesimo schiaffone che la vita gli aveva dato: ora era solo per davvero. Mai amici, mai donne, conoscenti pochi, lontani e indifferenti; mai compreso da anima alcuna; e adesso senza più genitori. Poco dopo si aprì il testamento e dal notaio il bimbo apprese di essere diventato proprietario di un immenso patrimonio mobiliare e immobiliare, denaro in quantità e palazzi, e perfino un panfilo di cui non aveva mai saputo nulla. Ma, come credo disse Cristo nel deserto, non ricordo nel vangelo secondo chi, tentato dalle malie di Satana, a che serve tutto l'oro del mondo se l'uomo avrà perduto la sua anima? Il ragazzo divenne ricco ma orfano di entrambi i genitori e ancor più solo, se era possibile...
Prima morale: l'appagamento di ogni desiderio costa cento e mille volte la posta messa in gioco, dunque è bene che le aspirazioni non si realizzino mai perché il prezzo da pagare sarà sempre troppo alto.
Seconda morale: invocare gli dei è latore di sfortuna, ammesso e non concesso che esistano, di talché è bene che ad ogni anelito corrisponda uno sforzo concreto per quanto vano, piuttosto che affidare...
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