LA BIBLIOTECA DI BABELE

BITCHES BREW



L'uomo che non ha musica dentro di sé, né è commosso dall'accordo di dolci suoni, è incline ai tradimenti, agli stratagemmi e ai profitti; i moti del suo spirito sono tristi come la notte, e i suoi affetti bui come l'Erebo: non fidatevi di un uomo simile. Ascoltate la Musica. (W. Shakespeare , Il mercante di Venezia)



  1. Ditirambi portoghesi

    AvatarBy orsonwelles il 22 June 2013
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    É uma estranha sensação ver se viver.
    Um fantoche parece eu ser,
    movido duma mão doida.
    Morrendo esta mão será tosquiada.

    È una strana sensazione vedersi vivere
    Un pupazzo mi par d'essere,
    mosso da una mano stolta.
    Morendo questa mano sarà tranciata.



    A verdadeira féria deste chato trabalho, o que chamam a vida, será quando deixaremos de trazer connosco as nossas sacolas cheias de tédio... O que não acontecerá jamais...

    La vera vacanza da questo insensato lavoro, ciò che chiamano vita, sarà quando cesseremo di portarci dietro i nostri fardello colmi di tedio... Il che non avverrà mai....



    O que se procura se encontra, usualmente; no entanto, o que eu mesmo procurava não tive nunca... ou tive o que não procurava... nem aquilo, ás vezes...

    Ciò che si cerca si trova, di solito; invece io, quello che cercavo non trovai... o trovai quello che non cercavo... neanche quello, alle volte...
    Last Post by orsonwelles il 22 June 2013
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  2. Kermesse

    AvatarBy orsonwelles il 20 June 2013
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    C'è una tale stanchezza in questi numerosi seriali eventi mondani della fiacca folla borghese, un tale fallimento nelle intenzioni e fraintendimento di volontà - che senso avrebbe andarci se non per conoscere nuova gente interessante? - insomma, un tale naufragio di tutto quello che può ricondursi ad un arricchimento animale, umano, emotivo, intellettuale, spirituale, culturale, sentimentale, sessuale; una così vuota muraglia di paralitica incolmabile incomunicabilità, che alla fine ciascuno se ne torna a casa propria dopo avere trascorso la serata col proprio gruppetto di amici o presunti tali, senza nulla in più di quello che già aveva prima di decidersi ad uscire; e anzi meno, per avere speso tempo in minuetti visti miliardi di volte, silenzi imbarazzati e falsi cachinni e soldi in bevande per lo più scadenti, quando si sarebbe potuto più utilmente giocare a indovinare forme tra le ombre lasciate dalla semioscurità degli oggetti nei nostri alloggi...

    Edited by orsonwelles - 21/6/2013, 12:34
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  3. Trenodia

    AvatarBy orsonwelles il 17 June 2013
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    Volli cercare qualcosa o qualcuno,
    ma adesso non ricordo più cosa o chi...
    Passavo le belle giornate in giardino,
    a coltivare con amore le ortiche;
    quelle bigie in casa, ad osservare
    Il moto immoto d'immaginarie formiche.
    Giammai uscii dopo il vespro, mai lasciai il Lare,
    se non per recarmi in qualche sordido lupanare.
    Fui tenebra nell'Erebo, della Notte la Nike.

    Non mi interessano le conoscenze
    fatte sulla via che porta a Damasco;
    tiro dritto, temendo presagi e conseguenze.
    Malato, torno a casa e d'inerzia mi pasco
    ancora sulla noia accaldata d'un sedile.
    Con grappe, amari e whisky mi stordisco;
    ma, come sempre, lucido, lepido e febbrile.
    Basta un foglio, finestre chiuse sull'Agorà;
    il nobile strame battuto del mio porcile.

    Una penna, inchiostro e tanta buona nolontà.
    Last Post by orsonwelles il 17 June 2013
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  4. Bernardo Soares

    AvatarBy orsonwelles il 13 June 2013
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    Auguri, Fernando P., supremo spirito lusitano: la tua penna seppe stillare, con lucidità senza pari, l'ambrosia più squisita del nostro malessere sempiterno, e abbracciare con occhio d'aquila la tragica mancanza di senso del tutto. Mai come in te fu più chiaro che essere è divenire, che il morire è di tutte le cose, che il sogno è una forma parallela di realtà e ambedue sono mendaci. L'inerzia, l'indifferenza, la vita contemplativa, distante, narcotizzata dal disincanto - ci insegnasti -, sono gli unici rimedi a questo grande accidente che chiamiamo vita. Tutto il resto è un inutile affannarsi, una lotta donchisciottesca. Ebbene, così io voglio ricordare, e ricordarti!
    Last Post by orsonwelles il 13 June 2013
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  5. Risorse Umane

    AvatarBy orsonwelles il 11 June 2013
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    Si sentono spesso i selezionatori del personale - e per lo più son donne: statistica, non maschilismo - porre ai candidati questa semplice domanda idiota: «Ci dia un buon motivo per cui dovremmo preferire lei agli altri». A siffatti imbecilli vorrei punto rispondere: «E Lei crede di meritare, in onestà, lo stipendio che percepisce per contare queste cazzate? Cosa mi significa 'Perché la dovremmo scegliere'? Ebbene Le replicherò così: in verità, in verità Le dico, io sono il Messia, venuto per comunicarle la lieta novella che Lei una cretina, se non se ne era mai accorta fino ad oggi...» Aveva ragione il mio psicanalista: i buoni psicologi esercitano la professione, quelli mediocri se ne vanno ad alimentare le fila degli imbelli impiegati presso le c.d. Risorse Umane delle aziende. Del resto, se i bravi strizza cervelli guadagnano dieci, venti volte tanto un perché ci sarà pure...
    Last Post by orsonwelles il 11 June 2013
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  6. Prima feria

    AvatarBy orsonwelles il 9 June 2013
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    E la pioggia, con il suo paziente sciabordio metallico, lava via questa squallida agonizzante feria prima come la peste di Don Rodrigo. E cos'è il suono delle campane, che non ho mai amato, sorde all'indifferenza delle anime morte, se non l'inutile avvertimento di non sporgersi troppo dinnanzi al burrone dal quale Dio si è lanciato credendo di poter volare? Ogni tanto, l'eco del pianto delle divinità celesti, ormai spente da anni luce, è bene accetto e sommamente fausto - un gran sollievo per le divinità ctonie, che ora possono esercitare indisturbate la loro tirannia sui nostri moti inconsci. Ciò è buono sia per gli animi fieri, sia per quelli inclini a rifuggire la vita nascondendosi negli antri del sogno.
    Last Post by orsonwelles il 9 June 2013
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  7. Morale del desiderio

    AvatarBy orsonwelles il 5 June 2013
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    Cosa si è disposti a non fare pur di vedere realizzati i propri più segreti desideri senza muovere un dito? Come quel giovane che chiese agli Dei di poter diventare ricco: questo il suo unico sogno. Bene, il Genio uscito dal vaso cinese che ornava la consolle posta all'ingresso di casa sua - un vaso anonimo a cui il ragazzo non aveva mai prestato attenzione -, sentendo il pianto dirotto della povera creatura, mosso non da pietà ma dalla satanica prospettiva di un baratto iniquo, volle accontentarlo. Partirono i suoi genitori per il Sol Levante, la mattina di un torrido agosto, l'anno delle loro nozze d'argento. Avevano un lavoro modesto e il ragazzo non poteva certo immaginare che negli anni, centesimo dopo centesimo, fatica su fatica, goccia su goccia di sudore, avevano messo su un patrimonio immenso. Sentiva - ma forse era solo un suo patimento interiore, non riscontrato dalla realtà dei fatti - di avere meno possibilità degli altri e pensava ingenuamente che, diventando ricco, avrebbe avuto il rispetto e la considerazione che non gli erano stati tributati fino a quel momento. Essi partirono ma una sciagura tremenda volle che l'aereo su cui si imbarcarono cadesse nelle acque del Pacifico e che nessuno si salvasse. Quale orrendo presentimento ebbe il ragazzo quando, leggendo il giornale, apprese del disastro; quante ore di terribile ansia durante la conta dei morti! Non poteva essere che i suoi avessero perso l'aereo? O che l'aereo su cui si erano imbarcati fosse un altro, non la Fenice abbattutasi nell'oceano, laddove il fuoco e l'acqua trovarono triste connubio? Le notizie che seguirono, ahi lui, fugarono ogni suo residuo dubbio. Avevano spiegato le ali verso il Sol Levante e ne caddero come Fetonte. Le lacrime copiose, la disperazione più nera, lo sconforto, il lucido desiderio di suicidarsi per questo ennesimo schiaffone che la vita gli aveva dato: ora era solo per davvero. Mai amici, mai donne, conoscenti pochi, lontani e indifferenti; mai compreso da anima alcuna; e adesso senza più genitori. Poco dopo si aprì il testamento e dal notaio il bimbo apprese di essere diventato proprietario di un immenso patrimonio mobiliare e immobiliare, denaro in quantità e palazzi, e perfino un panfilo di cui non aveva mai saputo nulla. Ma, come credo disse Cristo nel deserto, non ricordo nel vangelo secondo chi, tentato dalle malie di Satana, a che serve tutto l'oro del mondo se l'uomo avrà perduto la sua anima? Il ragazzo divenne ricco ma orfano di entrambi i genitori e ancor più solo, se era possibile...
    Prima morale: l'appagamento di ogni desiderio costa cento e mille volte la posta messa in gioco, dunque è bene che le aspirazioni non si realizzino mai perché il prezzo da pagare sarà sempre troppo alto.
    Seconda morale: invocare gli dei è latore di sfortuna, ammesso e non concesso che esistano, di talché è bene che ad ogni anelito corrisponda uno sforzo concreto per quanto vano, piuttosto che affidare...

    Read the whole post...

    Last Post by orsonwelles il 5 June 2013
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  8. Taedium vitae

    AvatarBy orsonwelles il 4 June 2013
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    È proprio l'indifferenza a rendere la vita meno insopportabile. Un po' come frequentare forzatamente una persona da cui si sa di potersi aspettare poco o niente. Alla fine ci si rinuncia; la volontà si affievolisce da sola per stanchezza e disincanto. Le speranze sono spazzate via o ne rimangono fiaccate. Ci si adatta all'inerzia, alla monotonia come a una poltrona, a uno sguardo fisso rivolto a una parete. Si osserva il vuoto, in uno stato di sospensione dei pensieri, attraversati da meditazioni tanto diafane e fugaci da non riuscire neppure a increspare la superficie dell'oceano della nostra inerzia; il moto subacqueo, le correnti rallentano; ci si addormenta, si sognano sogni surreali, colmi d'ansia, finanche inquietanti e angosciosi, ma decisamente più reali e nobili e sentiti della vita stessa. Questo è quanto. Tutto il resto è una truffa ben congegnata. That's all folks!
    Last Post by orsonwelles il 4 June 2013
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  9. Le categorie dello spirito

    AvatarBy orsonwelles il 2 June 2013
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    Orizzontalmente, vi sono tre categorie umane: coloro che odiano la vita, coloro che la amano, e coloro che la vivono in tutta la sua mancanza di scopo e di significato - questi ultimi sono anche detti quelli che si lasciano vivere. È bene tuttavia fare una precisazione. Non si deve commettere l'errore di valutare l'istinto di autoconservazione come un incondizionato amore per l'esistenza: quando ci si sente lentamente fuggire il soffio vitale dalle membra, questo non è amore, ma un'impostazione di base presente in qualunque creatura, e si chiama attaccamento; anche chi, razionalmente e/o emotivamente si professa come il più refrattario a quest'accidente che chiamiamo vita non può fare a meno, in maggiore o minor misura, tratto al passo estremo, di aggrapparsi ad essa come chi scivola al ciglio di un burrone. Verticalmente, invece, vi sono i consapevoli e gli inconsapevoli. Io appartengo al genere dei coscienti che si lasciano attraversare dalla vita come una spada.

    Edited by orsonwelles - 4/6/2013, 18:29
    Last Post by orsonwelles il 2 June 2013
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  10. El túnel

    AvatarBy orsonwelles il 2 June 2013
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    El duelo es un túnel que no ha fin nunca...
    Y la felicidad es una ilusión sin luz:
    no dura tampoco por un momento...
    Es una pena y una condena eterna.
    Y la vida me ha abofeteado una otra vez.
    Last Post by orsonwelles il 2 June 2013
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