LA BIBLIOTECA DI BABELE

BITCHES BREW



L'uomo che non ha musica dentro di sé, né è commosso dall'accordo di dolci suoni, è incline ai tradimenti, agli stratagemmi e ai profitti; i moti del suo spirito sono tristi come la notte, e i suoi affetti bui come l'Erebo: non fidatevi di un uomo simile. Ascoltate la Musica. (W. Shakespeare , Il mercante di Venezia)



  1. Trompe l'oeil

    AvatarBy orsonwelles il 30 July 2013
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    C'è un rapporto di proporzionalità inversa tra l'incedere delle lancette e l'entusiasmo per un'attività futile che è sempre più vista come coercizione e vile fonte di sopravvivenza - chi disse che il lavoro nobilita l'uomo è uno stolto indegno di essere ricordato se non dagli anonimi automi che nella vita non hanno nient'altro al di fuori del lavoro. L'operosità mobilita e debilita; l'ozio abilita e nobilita: il gran viatico verso la suprema arte sciamanica del tedio e del meta-pensiero, ossia del pensiero che pensa sé stesso, come due specchi posti uno di fronte all'altro in un gioco di infinite riflessioni. Perdersi per ore in un trompe l'oeil; indovinare sagome molecolari nel movimento casuale dei cristalli in un caleidoscopio; porsi nella giusta angolazione per ricomporre l'anamorfosi del pensiero in modo che tutto abbia un senso - ovviamente relativo, posto che di assoluti non ve ne sono - solo per chi la sappia riconoscere, e lasciare agli altri lo sgomento di non capire cosa essa sia. L'uomo senza qualità, sogno d'ogni Leviatano che aspiri ad avere sotto di sé uno stuolo di servitori e Yes-Men, sa distinguere le cose solo se viste in perpendicolo...
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  2. Vingança

    AvatarBy orsonwelles il 28 July 2013
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    Come un piccolo David di Donatello che, con mossa repentina, e armato solo di fionda, uccide un tronfio Goliath, finendolo con la sua stessa spada; come uno scaltro Ulisse che stordisce un Polifemo con l'etere e con subdolo espediente lo ferisce, tanto che ancor oggi il ciclope crede che non sia stato Nessuno ad accecarlo; come un folle e falso Amleto che, celandosi dietro l'egida della propria inazione, provoca una strage: così io mi sbarazzerò di tutti i giganti che oseranno mettermi il bastone tra le ruote, sia con la potenza dell'odio silente, sia con la pazienza del cinese che attende il cadavere del suo nemico portato dalla corrente, sia con messe nere e riti maligni che fiacchino il corpo dei miei despoti con malanni oscuri e terribili sciagure. A nulla varranno le loro stolte celie apotropaiche. Nemo me impune lacessit.

    Edited by orsonwelles - 28/7/2013, 11:46
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  3. Milano da bere

    AvatarBy orsonwelles il 17 July 2013
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    Consumare il desco con una tavolata di madamine di bell'aspetto, la cui compagnia è gradevole quanto quella di un bambino autistico imbottito di Ritalin; capaci solo di intervallare, di quando in quando, interminabili silenzi imbarazzanti con vacui discorsi di borse e scarpe o sull'ultima mostra vista - solo per dare ad intendere di essere inserite nell'humus culturale cittadino - convinte che Beethoven fosse un pittore. Il tutto in un ristorante scadente e costoso, segnalato su "Milano da bere" o sponsorizzato dal PR di una discoteca - che garanzia! Infine, gran dessert, lo spettacolo penoso, il finale a vaudeville: vedere codeste gran signorine, che si fregiano di appartenere alla buona alta borghesia milanese pur venendo dai bassi, scannarsi come gladiatori per la suddivisione del conto. Quanta nobiltà!
    Last Post by orsonwelles il 17 July 2013
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  4. Iperbole

    AvatarBy orsonwelles il 14 July 2013
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    Sono il punto solitario collocato in una posizione indefinita nella retta del nulla, e, come punto, concettualmente privo di dimensione propria nella linea infinita della mancanza di significato. Il movimento è un'illusione: in un filo senza capo né coda, il moto di un oggetto inconsistente è assimilabile, astrattamente ma anche concretamente, a una stasi, dal momento che non è possibile individuarne la posizione in mancanza di altri punti di riferimento. Non ho visione prospettica né retrospettiva. Non so voltarmi né dietro né avanti; ciò che è stato non è giacché non è più, ciò che sarà non è giacché non è ancora, ciò che è non è in quanto transeunte e non individuato. Sono l'asintoto di un'iperbole che tende allo zero sul primo quadrante degli assi cartesiani: non lineare, sempre più prossimo all'origine senza origine e alla fine senza fine, mai toccando gli assi; se almeno l'iperbole fosse sugli altri quadranti sarebbe, almeno in un segno, un tendere verso il positivo... Essere una sinusoide con picco a zero.
    Last Post by orsonwelles il 14 July 2013
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  5. Meglio pupazzi o casi psichiatrici?

    AvatarBy orsonwelles il 6 July 2013
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    È più facile incontrare persone interessanti nei reparti degli ospedali psichiatrici che per locali la sera, di questi tempi. La gente in giro per le strade, giorno o notte non fa alcuna differenza, mi ricorda tanto i manichini dei negozi d'abbigliamento, incoscienti pupazzi, ma col dono e la condanna della motilità e della capacità di produrre suoni: chi è tanto folle o idiota da sognarsi di conversare o fottere con un fantoccio?
    Last Post by orsonwelles il 6 July 2013
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  6. Messaggio su una parete

    AvatarBy orsonwelles il 3 July 2013
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    A te, raggiante ragazza bionda riccia, con un tatuaggio sul braccio destro raffigurante un occhio egizio inscritto in un cerchio, che vedo alla fermata di Cadorna MM1 quasi tutte le mattine intorno alle 07:00 e scendere a Lotto. Una volta ho avuto persino la fortuna di averti come vicina di seggio per puro caso anche sulla verde da Cadorna MM2 fino a Cernusco S/N. Ti sei crogiolata nell'intuire che ti osservavo... Vestita sempre in modo così provocante, gambe di ballerina o di atleta. Avrei voluto trovare un pretesto qualsiasi pur di attaccare discorso. Nel tatuaggio, oltre al geroglifico, era inscritto un nome di uomo, Matteo, e lì per lì ho pensato di chiederti se fosse un segno trascorso o ancora attuale, il ricordo di una follia impossibile, un damerino fedifrago, o un sedimento così incrostato al punto da inciderne il suo potere su di te a caratteri indelebili. Ma quando ho pensato a tutto questo era giunto il momento di scendere e lasciarti arrivare sino al capolinea, o semplicemente alla fermata dopo... Dopo una manciata di stazioni fianco a fianco, con la frastornante ebbra percezione del calore irradiato dal tuo corpo ferino, coi miei lombi inturgiditi dalla fantasia di possederti. Forse non ti conoscerò mai, e il vederti sarà sempre come attraverso la vetrina di un negozio in cui non oso entrare, per paura di essere mal servito avendolo idealizzato, ma quando ti scorgo nella folla sento un tramestio dentro durante la monotonia senza fine del tragitto verso il lavoro, e vedo l'eco della tua immagine ancora molto tempo dopo essere sceso dal treno... Sogno, illusione? Non so. Divagando mi accontento di pensarti mia, di immaginarmi prossimo ad averti, non potendoti amare fisicamente. E ciò mi deve bastare.
    Last Post by orsonwelles il 3 July 2013
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  7. Os ciprestes

    AvatarBy orsonwelles il 2 July 2013
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    Por uma planície abandonada,
    Fui entre as lousas duma igreja fechada.
    Numa estranha madrugada de outono,
    pareceu eu ouvir os pés dumas pessoas:
    Eram só ramos e folhas de ciprestes
    soprados por uma brisa de aço.

    Per un piana abbandonata vagavo,
    tra le lapidi d'una chiesa sbarrata.
    In un strana aurora d'autunno,
    mi parve d'udire passi di persone:
    Erano solo rami e foglie di cipressi
    scossi da una brezza d'acciaio.

    Edited by orsonwelles - 6/7/2013, 13:55
    Last Post by orsonwelles il 2 July 2013
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  8. Rua de Nenhuma Coisa

    AvatarBy orsonwelles il 28 June 2013
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    Mi si diano buone ragioni per uscire la sera perché non ne trovo. Peregrinare per locali falsamente à la page, costosi, che da offrire hanno solo un discreto arredamento e bevande scadenti pagate a peso di vini blasonati, inanimati da un personale indifferente quando non addirittura assente o cafone, camerieri, cameriere, barman, proprietari; condividere lo stesso spazio con gente futile: ombre spente di uomini e donne, altrettanti Narcisi che, troppo impegnati a osservare la propria immagine riflessa sul desiderio morto dell'alterità per scambiare anche soltanto due parole con una minima parvenza di senso, escono soli coi loro specchi e con essi tornano a casa soli come e più di prima. Qualcosa mi sfugge: non si dovrebbe darsi alla vita e alla mondanità per comunicare e socializzare?
    Last Post by orsonwelles il 28 June 2013
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  9. Nenhuma coisa

    AvatarBy orsonwelles il 26 June 2013
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    Enfim, podemos dizer que não procuramos de nada e de nenhum, ma primeiramente não pedimos? A minha indiferença está a tocar os picos máximos... Enfim só me emociono escutando umas músicas distantes, antigas, lendo uma boa literatura, escrevendo e vendo paisagens e cidades imaginarias...

    Alla fine possiamo dire che non abbiamo bisogno di niente e di nessuno, ma in primis non chiediamo? La mia indifferenza sta raggiungendo i livelli massimi... Ormai mi emoziono soltanto ascoltando delle musiche distanti, antiche, leggendo della buona letteratura, scrivendo e osservando paesaggi e città immaginarie...
    Last Post by orsonwelles il 26 June 2013
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  10. A modo mio

    AvatarBy orsonwelles il 23 June 2013
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    Fiz, faço e farei na minha maneira. Dista escolha sempre paguei, pago e pagarei as consequências. Mas não importa: a vida é um jogo doente a cuja soma é um zero.

    Feci, faccio e farò a modo mio. Di questa scelta sempre pagai, pago e pagherò le conseguenze. Ma non importa: la vita è un gioco malato la cui somma è uno zero.
    Last Post by orsonwelles il 23 June 2013
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