LA BIBLIOTECA DI BABELE

BITCHES BREW



L'uomo che non ha musica dentro di sé, né è commosso dall'accordo di dolci suoni, è incline ai tradimenti, agli stratagemmi e ai profitti; i moti del suo spirito sono tristi come la notte, e i suoi affetti bui come l'Erebo: non fidatevi di un uomo simile. Ascoltate la Musica. (W. Shakespeare , Il mercante di Venezia)



  1. Il canto della Terra

    AvatarBy orsonwelles il 26 Nov. 2011
    0 Comments   98 Views
    .
    Immaginate un variopinto vaso greco, riccamente istoriato di miniature raffiguranti episodi di vita felice e spensierata, lontana, distante, utopica, risalente a un'epoca primigenia e arcadica dove ogni desiderio trovava equo appagamento, in cui l'uomo non aveva bisogno di guadagnarsi la vita col sudore e col rischio di perderla per sopravvivere, quando ancora il significato della parola “lotta” era sconosciuto, quando esistevano solo canti come quelli delle Sirene e delle Vestali e dei culti bacchici, danze accompagnate da musiche tribali, da ritmi estatici, sensuali, avvolgenti. Immaginare raffigurate sulla diafana superficie di questo fragile vaso anche scene di follie e scherzi e invasamenti guidati dal Dio Pan e della Dea Foia nelle foreste e nei boschi fuori Atene, movimenti folli d'accoppiamento, uomini e donne che si dimenano e contorcono come anaconde, inebriati dalle note e dal vino come tanti Satiri, Fauni, Ninfe, Menadi; immaginate raffigurazioni di celie e piaggerie a sfondo sessuale tra ragazzi e ragazze. Ebbene, questo vaso, al suo interno, se qualcuno non si accontentasse di bearsi della superficie e fosse colto dalla curiosità di svelare il suo contenuto, ospita i cocci di patere andate rotte, ancora sporche di cibo, scagliate per terra dai banchetti, per ira, in segno auspicale, per distrazione, per ubriachezza, similmente decorate, appartenenti a dinastie ed epoche differenti della grecità antica ma pressappoco dipinte degli stessi temi arcadici e orfici. Ciascuna di queste patere, vasi, anfore, pissidi, a sua volta ne ha contenute altre, sempre andate in frantumi, gettate a terra dalla noncuranza e dall'ira di una mano iraconda e infelice, con i loro episodi bacchici irrimediabilmente spezzati prima dell'orgasmo, come un sogno felice interrotto da una brusca sveglia mattutina, spazzati via dalla ramazza di una domestica frettolosa che non si sente di prendere l'iniziativa di buttare e via i cocci e li raccoglie in un altro contenitore aspettando che il padrone prenda la decisione sul da farsi. Tutto raccolto in un'anfora e anche quest'anfora sta per cadere, in bilico su una consolle...
    Così mi accade, i pezzi saranno raccolti e deposti in un'urna cineraria, ma ogni volta quest'urna dovrà essere sempre più capiente per contenere lo sfacelo senza fine di milioni di vasi scagliati a terra da un bambino infelice e troppo a lungo frustrato nelle sue pulsioni primordiali... rottami, rottami...
    Sono stanco, sfinito, mi sento come un Mandarino alla corte dei Ming impegnato in calcoli infecondi che non ha nemmeno la forza di portare a termine.
    Ora, o me infelice, preferisco lasciare spoglie le mensole e il piano dei mobili, arrendermi all'irresistibile fascino del nulla, ad una vita senza più emozioni, alle malie della Dea Abulia, il caro prezzo per non inciampare nella tagliola dell'angoscia, forse così nulla andrà più infranto. Stalattiti di ghiaccio. È vivere, dormire sepolti ...

    Read the whole post...

    Last Post by orsonwelles il 26 Nov. 2011
    .
  2. Le alghe morte

    AvatarBy orsonwelles il 26 Nov. 2011
    0 Comments   40 Views
    .
    Che fare quando si presente l'onda perfetta e non si ha voglia di prendere la tavola e indossare la muta? Nulla. Si osserva inerti sulla battigia il frangersi dei cavalloni, e i cattivi pensieri vanno e vengono con il riflusso delle alghe morte e dei rifiuti dei pescherecci trascinati a riva. Probabilmente rimpiangeremo questo momento, ma se non abbiamo voglia non c'è niente da fare, se anche ci imponessimo di buttarci in acqua sarebbe un disastro, come tutte le cose fatte controvoglia. Siamo poi sicuri che quella che sembra l'onda perfetta non sia una come altre che abbiamo già cavalcato, o molto simile quanto meno? No, però ce ne sono state tante e molte altre ce ne saranno, quando non si sa, forse quando torneremo ad avere voglia di prendere la tavola, e fremere sulla spiaggia ammirati alla vista dello scalpitare dell'oceano. Nel frattempo ci accontentiamo di stare seduti svogliatamente sulla sabbia con la schiena curva e le ginocchia raccolte verso il petto mentre le mani distrattamente oziano afferrando manciate di rena bianca e la lasciano scivolare tra le dita.

    Edited by orsonwelles - 27/11/2011, 14:31
    Last Post by orsonwelles il 26 Nov. 2011
    .
  3. Un giorno per caso...

    AvatarBy orsonwelles il 12 Nov. 2011
    0 Comments   83 Views
    .
    – Ciao! :)
    – Ciao.
    – Come va?
    – Bene, prima che vedessi le foto del tuo profilo...
    – Vuoi dire che sono brutte? :(
    – Diciamo che la tua bellezza è seconda solo alle tue capacità come fotografa e ho visto fotografi migliori.
    E qui l'unico neurone dell'interlocutrice media di una chat va in tilt. Segue una pausa di mezz'ora.
    – Ohi, ci sei?
    – Per te sono in Colombia.
    – Dai! Bellissimo! Come ti trovi?
    – No. Non hai capito... va be' fa niente, dai.
    A questo punto l'uomo intelligente che fa? Chiude saggiamente la comunicazione, senza nemmeno prendersi la briga di congedarsi con una formula di chiusura, per quanto fredda e per quanto l'etichetta imponga il saluto all'inizio e al termine di una qualsiasi conversazione, esce di sottecchi dalla chat. Si guarda un bel porno in streaming e si fa una santa sega.
    Last Post by orsonwelles il 12 Nov. 2011
    .
  4. La morte di Ofelia

    AvatarBy orsonwelles il 9 Nov. 2011
    0 Comments   62 Views
    .
    – Scusami se poi non ti ho detto più nulla, che sono comunque andata alla fine. E' che se mi avessi detto di no ci sarei rimasta male e allora ho preferito andarci da sola... sono già due notti che non dormo pensandoci su, se ti fa piacere stare con me oppure no, non so mai se scriverti, chiamarti, dirti qualcosa, lo intuisco quando non hai piacere, si insomma, mi pare di capirti anche se non so proprio come prenderti... cazzo, ma tutti io questi casini me li vado a beccare? Comunque non me la sono sentita di dirtelo e così ci sono andata da sola...
    – Capisco, non ho mai detto di essere una persona facile, ma scusarti di cosa, devi? Se avevi, se hai voglia di restare da sola nei tuoi pensieri è perfettamente legittimo!
    – No, non è questo... è che tu... Va be' dai, lasciamo stare... – si interruppe, e già sentivo la sua voce tremare, capivo che sarebbe esplosa, che stava per piangere, Dio come mi sentivo male per lei, ma cosa potevo farci? Cazzo, dovevamo dircela pure in faccia dopo tante ritrosie, silenzi, cose non dette o vaghe allusioni, e così ci andai giù diretto.
    – No, non lasciamo stare, dimmi! Non è possibile che tu lasci sempre le cose dette a metà, se c'è qualcosa che non ti va dillo, perdio!
    –No, va be', è che tu muovi, si insomma te lo devo dire, tu muovi le persone come le marionette e ti prendi gioco dei sentimenti, anche se forse lo fai senza volere, ma alla fine l'effetto è lo stesso, fai soffrire! Prima o poi la gente si stancherà starti dietro di seguire le tue fisime i tuoi continui ripensamenti e allora ti troverai solo per davvero, senza averlo voluto questa volta, e forse rimpiangerai di esserti fatto beffa dei sentimenti altrui, nessuno ti prenderà più sul serio... Insomma sono stancata di questo tira e molla senza fine, possibile che mi debba sempre accadere di cacciarmi in questi casini? Ti devi dare una sminchiata! – mi sentii dire.
    – Hai ragione – risposi – mi spiace, e non so proprio cosa dirti, mi sento uno schifo, mi tormento ma sono totalmente incapace di reagire, l'ultima cosa che avrei voluto e far soffrire come un cane per l'ennesima volta una persona, prenderti per il culo, illudermi e illuderti come un adolescente. Faccio sparate di cui non valuto le conseguenze anche se al momento che le dico le penso davvero. Così è come quando m'incazzo, urlo, sbraito, impreco, insulto bestemmio ma poi tutto finisce in una quiete e non serbo più rancore, ma ciò che è detto è detto e delle conseguenze per quanto non voglia ci sono e spesso dolorose. Così è come quando, infatuato, ho sussurrato soavi parole e dolcezze al tuo orecchio ma ora col mio comportamento mi sto rimangiando tutto e adesso tu ne soffri perché ciò che faccio smentisce ciò che ho detto e non ho più la sincerità per dire le stesse cose che ti dissi. Quanto valore si può dare alla dichiarazione d'amore di un liceale? Lo so, non sono più un ragazzino impubere, non riesco ad assumermi delle ...

    Read the whole post...

    Last Post by orsonwelles il 9 Nov. 2011
    .
  5. Miricae

    AvatarBy orsonwelles il 8 Nov. 2011
    0 Comments   51 Views
    .
    Avevi ragione tu: quello che per me è stata un'evasione, il frutto del non-pensare-a-niente, alle conseguenze, un agire cieco, non è stato altrettanto per chi era dall'altra parte del filo e che una legittima aspettativa aveva perché io gliel'ho creata. Ora so cos'hai provato allora, in quel giorno tremendo in cui ho infranto la tua fiducia, in cui ho fatto a brani il tuo piccolo cuoricino che batteva – e forse batte ancora – e ti chiedo scusa, davvero. Ciò che sembrava una cantonata per un'altra persona era solo una momentanea febbre per le cose proibite. Quando tutto è emerso alla luce del sole mi sentivo abbagliato come dopo aver trascorso lungo tempo in una galleria. Ma quell'abbaglio era solo voglia di libertà, voglia di non avere responsabilità di nessun tipo, folleggiare. Ma questo folle gioco – ho scoperto – fa fottutamente male, è un gioco senza vincitori né vinti, dove anche chi è più forte, e cioè chi scappa, è uno sconfitto giacché ad ogni fuga è un poco più arido, un poco più insensibile, grigio, monocromo e ad ogni conquista sempre meno motivato fino all'apatia più totale, fino alla più totale incapacità di provare sentimenti. Quando arriverà il famoso Fantasma del Commendatore, cosa risponderemo? Ci sarà un ravvedimento o per orgoglio, freddezza, pertinacia, perché ormai del nostro saltare di palo in frasca abbiamo fatto la nostra condizione esistenziale e filosofica rifiuteremo di tornare sui nostri passi giunti al passo estremo? Ogni occasione è unica perché mai due volte ci si presenterà sotto la stessa forma, ne succederà forse una assai simile, ma non più la stessa... magari migliore... o forse peggiore... starà a noi decidere se quel fiore valeva la pena di essere colto o si meritava di essere lasciato lì dov'è, ma quasi invariabilmente facciamo tutte queste valutazioni quando è ormai troppo tardi, e un rimpianto ottenebra il nostro volto, un singulto è soffocato nel silenzio, un lumino inghiottito nella notte. Nella notte un uomo ha calpestato il gelsomino che si è schiuso. L'onda si è infranta sulla battigia e quella che la segue non sarà mai come quella che si è appena dispersa in una musica ipnotica e frusciante di schiuma e piccole conchiglie. Sopravviveremo lo stesso; ma diversi, più amaramente consapevoli, più cinici, più freddi, fino al sopraggiungere, se mai sopraggiungerà di nuovo, di qualcosa in grado di scuoterci fino alle fondamenta delle nostre anime moribonde, un nuovo big bang. Stupido cretino che sono! Scopro alla fine che dalla famosa torre gioco della nostra infanzia potrei buttare giù l'universo tutto, ma mai e per nulla al mondo rinuncerei alla tua presenza, in qualsiasi forma il futuro vorrà destinarci. A che servono tutte le donne del mondo, se l'uomo ha smarrito la propria anima in una fosca apatia, tra le crepe di un terreno che si è voluto deliberatamente tenere poco irrigato per paura che fruttasse o che la tempesta ne devastasse i frutti? E già...

    Read the whole post...

    Last Post by orsonwelles il 8 Nov. 2011
    .
  6. Della fine

    AvatarBy orsonwelles il 7 Nov. 2011
    0 Comments   40 Views
    .
    Il lieto fine non è sempre obbligatorio, non è una necessità per il dramma né per l'azione, e non è mai nel modo in cui ce lo si aspetta: sicuramente una scritta fine ci sarà, ma quando apparirà in sovrimpressione all'ultima scena del film cui stiamo assistendo, quando giungeremo alle battute finali dell'ultimo capitolo del libro che stiamo leggendo, questo finale non sarà mai identico quella che si indovinava all'inizio: potrà essere felice o comico o a vaudeville a seguito di mille vicissitudini mirabolanti, e comunque segnato da un sviluppo imprevisto, o sciagurato nel prosieguo di una trama piena di felicità e soddisfazioni, o inesorabilmente tragico al termine di un'avventura nata fin dall'inizio sotto la cattiva stella della tragedia, o agrodolce dopo una sequela interminabile di episodi di ignavia insopportabile, o, quel che è peggio di tutto, inutile all'esito di un dramma o di una commedia inutile. E' un bene così; se il finale fosse prevedibile, e se anche la trama lo fosse, e l'inizio, e lo sviluppo, nessun film meriterebbe di essere visto, nessun libro varrebbe la pena di essere letto, nessuna donna sarebbe degna di essere toccata, nessuna vita varrebbe la fatica di essere vissuta.
    Last Post by orsonwelles il 7 Nov. 2011
    .
  7. Avere e non avere

    AvatarBy orsonwelles il 6 Nov. 2011
    0 Comments   51 Views
    .
    I barboni si sono sempre aggirati, vagano e si trascineranno sempre vestiti di stracci consunti; non hanno mai avuto, non hanno né mai avranno fissa dimora, dormono negli angiporti, sotto i cavalcavia, nelle gallerie, sulle panchine, sotto la canicola, all'addiaccio, al vento, nella città piena o deserta, mangiano quando si presenta l'occasione e vivono ai margini della società borghese come fantasmi, e a nessun piace imbattersi nei fantasmi, dunque meglio girarsi dall'altra parte o tirarsi uno schiaffo per vedere se si sogna o si è desti... Chi ha sempre avuto, ha e avrà ancora di più, da sempre immerso in un caleidoscopio di perle, smeraldi, diamanti opali e monili d'oro e d'argento; gira avviluppato per le vie del centro e per i salotti in vestiti sempre nuovi, costosi e alla moda, tanto che per ogni occasione, ad ogni evento a cui la vita della buona società richiede di partecipare, non sa mai cosa scegliere; egli vive circondato da quadri e orpelli, da tutto il superfluo che il denaro che il denaro può comprare e che ora come allora e come sempre solo si può dire l'essenziale... La domanda è: c'è un limite al di sotto del quale non si può avere meno di così e al di sopra del quale si può solo precipitare nel baratro?
    E tuttavia qualcosa accomuna le vite dorate degli abbienti e quelle sudicie dei barboni – persone sole e sconfortate, quasi sempre prive di affetti, lontane, isolate, vittime dell'ipocrisia e dell'etichetta e del buon costume che vieta di dare segni di squilibrio mentale, di follia, di sregolatezza, di genio informe; vivono nella pressoché totale assenza di calore umano nell'uno e nell'altro caso, nel pezzente e nell'abbiente, anzi, talvolta, l'abbiente richiede più amore e pietà di quanta ne possa aver bisogno l'emarginato. In un caso su un milione, uno su un miliardo la magia può accadere, ci si può imbattere in una sfera di calore, energia, amore, solidarietà, empatia, e allora qualunque cosa e avversità e sciagura e disgrazia e sconfitta possa abbattersi sul nostro capo, ci sentiremo le persone più fortunate del mondo perché l'anima si pasce della nutrizione più sublime e immortale, più densa e calorica. Ma se ci accadesse, questa fortuna mirabile, e scoprissimo di averla perduta per sempre? Se l'avessimo svenduta al banco dei pegni per un oggetto di cui ci eravamo invaghiti e credevamo di pari valore a quello di cui ci siamo sbarazzati? Si può chiedere indietro il talismano della felicità all'usuraio che ci ha prestato i soldi? Tutti sappiamo che quando la vittoria e la fortuna e la grazia e la beltà ci arridono siamo pieni di amicizie brillanti e donne splendide, ma quando la ruota gira? Scopriamo così che l'abbiente compra compulsivamente, colleziona e si circonda di oggetti per compensare un'incolmabile carenza primigenia che è la stessa del pezzente, del caduto in disgrazia, di colui che non ha mai avuto beni di sorta anche costoro, infatti, ...

    Read the whole post...

    Last Post by orsonwelles il 6 Nov. 2011
    .
  8. Degli infortuni, degli incidenti, dei risarcimenti

    AvatarBy orsonwelles il 27 Oct. 2011
    0 Comments   42 Views
    .
    Prendere quotidianamente la propria razione di insulti e minacce, da clienti, avvocati, sedicenti infortunistiche, carrozzieri, camorristi, farsi prendere per il culo da truffatori, finti trasportati con finto colpo di frusta che ti tocca a pagare il triplo del tuo stipendio perché non puoi provare al di là di ogni ragionevole dubbio che non hanno un cazzo di niente e sono più sani di te – gli andassero a finire i soldi che gli do in chemioterapia! – stare sempre attento a ciò che dici perché qualunque cosa dici potrà essere utilizzata contro di te, anche se imprecano contro di te, anche se dicono di sapere dove abiti e pensano di venire a farti una visita se non li paghi; non puoi ribattere, non puoi insultarli e minacciarli a tua volta – questo il bel mestiere dell'Ispettore Sinistri presso una Compagnia di Assicurazioni. Ora capite perché godo come e più che se mi facessero un pompino quando qualcuno si va a schiantare? quando si spacca tutte le ossa, rimane cieco, riporta gravi ustioni dappertutto? L'istruttoria è più interessante, più complessa, più ricca, la pietà è bella che andata a farsi fottere, c'è una giustizia distributrice, una nemesi per l'infortunato e un riscatto per il liquidatore: c'è un giusto contrappasso, anche per questi stronzi ladri e truffatori... Non fa più alcuna differenza se il ferito grave non è lo stesso che il giorno prima ti ha minacciato di un reclamo o di spaccarti la faccia, tanto sono tutti numeri, cifre, passivo di bilancio, perdono la loro caratteristica di esseri viventi, anzi, forse la consapevolezza che sono uomini e dunque abietti e meschini come tutto il genere umano sono un motivo in più per restare indifferente di fronte al dolore e alla menomazione altrui... Il vaso è colmo, ogni fottuto giorno mi fanno ripercorrere tutte le stazioni della via crucis come una spola impazzita, questi piccoli danneggiati, come se ogni fottuto giorno fosse lo stesso strafottutissimo giorno! Almeno quando si fanno male hanno davvero un buon motivo per lamentarsi! Viaggiate senza cinture, miei cari, fate un frontale e volate fuori dal parabrezza! finite sotto un tram! date fuoco alla vostra casa e rimaneteci dentro mentre brucia! fatevi fuori il braccio destro con una sega circolare! volate da un ponteggio! sparatevi a vicenda in una venagione, crepate tutti! Viva gli infortuni e gli infortunati che mi danno lo stipendio!

    Edited by orsonwelles - 28/10/2011, 11:09
    Last Post by orsonwelles il 27 Oct. 2011
    .
  9. Seconda lettera di Carlo Papi Barbera Duca d'Alba a Teresa Veronica Petrovna Malfatti

    AvatarBy orsonwelles il 26 Oct. 2011
    0 Comments   142 Views
    .
    «Cara Vereniuska,

    qualche tempo fa Ti diedi in dono, al tuo soave udito, alle tue fini orecchie di musicista, tre brani di struggente bellezza. Il mio, credo, nobile intendimento era che fossero d'ispirazione all'anima Tua afflitta, ambrosia per le Tue dita affusolate mentre le immaginavo volare sulla tastiera del pianoforte nell'intimità del Tuo focolare – erano delle trascrizioni di Liszt di alcuni Lieder di Schubert e le famose variazioni di Beethoven per pianoforte e violoncello sul tema "Ein Maedchen oder Weibchen" dal Flauto Magico del grande Wolfgang Amadé... Ricordi? Mi sembravano questi pezzi, quando Te li dedicai, particolarmente acconci alla Tua beltà, spirituale prima ancor che fisica; adatti alla delicatezza e alla sensibilità che credevo contraddistinguerTi, ai Tuoi modi sensuali e allo stesso tempo verecondi e discreti, che allora mi colpirono perché apparivano raffinati rispetto alla media delle dame della Tua età. Sembravi, quella sera che Ti conobbi, stagliarTi, come una statua olimpica in un cielo terso, dal grigiore indistinto qua e là annaffiato dalle luci dei lampioni della nostra capitale... Sembravi cedere alle mie profferte con determinatezza ma discrezione, il modo involontario con cui, seduti, i nostri corpi si lambivano, le tue cosce affiancate alle mie, le nostri mani che con leggerezza trovavano ogni buon pretesto per sfiorarsi e sfiorarci, poi tutt'a un tratto, la clamorosa retromarcia, proprio quando mi sembrava stessi per cedere, proprio mentre stavo per infilarTi la lingua in bocca. Ti ho dedicato questi piccoli cadeaux per metterTi anche alla prova, e vedere se il ripensamento di allora non fosse momentaneo, un accesso passeggero di pudore, una paura di rimettersi di nuovo in gioco, una leggera ansia dopo essere usciti entrambi da lunghe relazioni, un frutto di qualche Tuo turbamento o ritrosia istantanea per come sono stato diretto nel manifestarTi il mio trasporto nei Tuoi confronti... Ma tu non Te li sei filati proprio i miei Xenia, gli Apophoreta che ti ho lasciato, mi sa tanto, non è così? Li hai ascoltati? Ti sono piaciuti? Chissà... Non credo, non lo so e a questo punto nemmeno lo voglio sapere... Non Ti sei presa la briga di replicare, più eloquente di qualunque altro gesto parola o silenzio, dunque vai a farTi fottere e succhiamelo! Fammi una sega con le Tue dita affusolate!

    Sempiternamente Tuo devoto».

    Edited by orsonwelles - 28/10/2011, 11:25
    Last Post by orsonwelles il 26 Oct. 2011
    .
  10. Dell'infinita desolazione delle chat

    AvatarBy orsonwelles il 26 Oct. 2011
    0 Comments   40 Views
    .
    Nelle chat tutte le donne – e tutti gli uomini, ovvio, ma la cosa non mi riguarda – sono disposte ordinatamente in file e colonne come in un foglio di Excel, come tanti loculi di un cimitero, con tanto di epitaffio e foto commemorativa... Quanto vuoto si disvela aprendo queste tombe! Talvolta tuttavia qualche anima sepolta sa svelarti cose che non conoscevi, con qualcuna di queste anime morte una chiavata magari te la faresti anche, ma è un'eccezione... Tutto il resto è una gran tristezza, come farsi un giro al Camposanto o sfogliare i dati di un tabulato.
    Last Post by orsonwelles il 26 Oct. 2011
    .