Una cretina qualunque con due pere pazzesche scrive in giro la prima cagata che le passa per la testa e riceve mille e ottocento messaggi di posta elettronica e seicento e undici numeri di telefono, frasi e attestati di stima del tipo, come sei profonda, non ho mai letto niente di più bello, vorrei conoscerti dal vero, ti giuro, non per provarci ma per confrontarmi con te su quello che hai scritto, sai, anch'io scrivo, potremo berci un cocktail alle Colonne, e poi proseguire la serata, sei la stella più luminosa tra tutte quelle del firmamento, quanto acume, quanta intelligenza, brava e bella... e via discorrendo con cazzate trite di questo tipo che non farebbero più colpo ormai neanche su una storpia cerebrolesa di novant'anni... Nel frattempo un vecchino scalcagnato, senza più cartucce da sparare, moribondo di solitudine e di acciacchi, si iscrive a un sito qualunque di aspiranti scrittori perché nessuno finora si è interessato a lui, e non ha amici né conoscenti, e rivela al mondo la verità, e cioè che non c'è nessuna verità e che ognuna ha la sua e che la rivelazione di oggi sarà la buffonata di domani, così che la menzogna ripetuta allo sfinimento diverrà verità per sé stesso e per coloro cui l'ha raccontata; pensa ingenuamente questo vecchietto di riscattarsi dall'anonimato, di ottenere una qualche visibilità iscrivendosi ad uno dei tanti portali sulla rete di aspiranti scrittori, lui sputo nel mare magnum del web, a quegli stessi portali su cui quella beona dai seni enormi ha scritto e ha ricevuto così tanti plausi; crede che il passaparola e la rete siano i mezzi più acconci per pubblicizzarsi, la cassa armonica di una voce ormai troppo rauca e troppo vecchia per essere udita al di là di uno sgabuzzino, oltre il muro di fronte a una scrivania ricavata da un tavolinetto da giardino, ma nessuno se lo caga di pezza... Forse è una burla, forse l'ultimo grido disperato nel silenzio di una stanza senza finestre. Fu così che Cristo morì in croce, tra la diffidenza dei Giudei, l'ostilità dei sacerdoti e l'indifferenza da parte dell'ordine costituito. Così il vecchio in preda alla disperazione di quest'ennesima indifferenza, si avvia per l'ultimo bagno caldo della sua disadorna vita, apre i rubinetti e lascia che la vasca si riempia d'acqua calda e vi ci getta sali profumati da bagno, si spoglia come seguendo un rituale, come in una sorta di trance, come in una liturgia militaresca, e vi si immerge completamente. Con calma, ma con fermezza, impugna quella vecchia roncola dimenticata nell'ultimo cassetto del comò in salotto, unico mobile della sua spoglia dimora assieme al tavolinetto da giardino, ecco riesumato per l'occasione quell'utensile da potatura e da innesto... Con un empito estremo di forza si recide le vene, lui Petronio Arbitro senza amici né spettatori, senza alcuno da intrattenere, non una leggenda da donare alla posterità, non un imperatore che ti abbia lasciato scegliere se...
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