LA BIBLIOTECA DI BABELE
  1. Recensione d'un pittore, prime impressioni dopo un vernissage

    AvatarBy orsonwelles il 7 Aug. 2013
     
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    Un mago dell'illusionismo... non si riesce a distinguere se il brutto soggettivo e oggettivo si manifesti nel quadro, nella modella o in ambedue le cose; se sia l'opera di un pittore che si improvvisa mediocre o di un mediocre che si improvvisa pittore... Ma esistono davvero delle categorie ontologiche ascrivibili alle vuote definizioni di bello e di brutto? O, come ci insegna Bernardo di Cluny, "Stat Roma pristina nomine, nomina nuda tenemus"?

    Gastone Spilimberti in arte il "Vil pintore" sembra volerci comunicare che l'orrido è un solido deforme e irregolare dalle molte facce, e come al medesimo istante non vi sia un fondo, né un confine, al baratro della bruttezza, come l'altro lato del bello oggettivo possa essere rappresentato attraverso una tecnica grossolana che rimanda ad un vago desiderio di ciò che sarebbe potuta essere l'opera in mano a un artista capace - ammesso e non concesso che sia mai esistito in ogni epoca e in ogni luogo un concetto di bello oggettivo - e dalle sue tele il dubbio pare risolversi in senso negativo, giacché tutt'al più sembra potersi parlare di un soggettivo e vago, ma pressoché unanime, malessere del fruitore. Tutto ciò è reso da un uso insipiente degli opposti: chiaro e scuro, il bene intrinseco dell'altrui opera al cospetto del male immanente di una tela stuprata da un pennello che segue le leggi del caso... il nero sembra volersi ribellare, espandersi, cancellare con le sue proprietà fisiche l'olocausto di tutti i colorifici e gallerie d'arte, non potendo più il bianco primigenio tornare al suo nitore virginale... un urlo trascendente in quanto, non rappresentato nella tela, ma trasfigurato nel disgusto interiore di chi la osserva.
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